Ultimo Comunicato Stampa da Itaca. di L. A. Santoro

Comunicato stampa
il responsabile del Progetto Itaca prof. L. A. Santoro

Onde evitare che le notizie relative allo Spazio “Itaca” diffuse dai media in questi ultimi giorni possano ingenerare spiacevoli equivoci, credo sia utile precisare che Itaca non chiude perché qualcuno ha deciso in tal senso, ma per la semplice ragione che quel Progetto, finanziato dalla Regione Puglia, aveva durata biennale e dunque si conclude nel prossimo mese di giugno. Dal prossimo mese, pertanto, la struttura, di proprietà del Comune di Lecce, potrà essere utilizzata per i fini che l’Ente proprietario riterrà più opportuno.
Le richieste avanzate, prima dai genitori, ora da parte della studentessa Erasmus spagnola, mi pare sottolineino la necessità di conservare, anche dopo la conclusione del Progetto, la caratteristica di “Itaca” come spazio aperto di confronto culturale con le diversità e non solo come un servizio assistenziale, rivolto esclusivamente ai disabili.
E’ infatti ormai patrimonio più che consolidato dei salentini il discorso dell’integrazione e dell’accoglienza. Un discorso e una pratica iniziati oltre trent’anni fa all’AIAS di Cutrofiano e recepito dalle forze politiche e sindacali progressiste e in numerosi interventi legislativi. Di quella esperienza, concentrata nella formula che il confronto con le diversità avviene prima di tutto sul piano culturale, si è fatto tesoro tanto per quanto concerne l’integrazione dei disabili nell’Università, tanto per il Progetto “Itaca”.
D’altra parte la scelta di utilizzare il teatro non come strumento ma come metodo è stata verificata in diversi convegni scientifici, da quello dell’Università di Lodz (Polonia), a quelli di Genova e Catania, organizzati dalla CNUDD, sezione della Conferenza dei Rettori, a quello di Lecce sulle “comunicopatie”, insieme al Dipartimento dei Disturbi della Comunicazione della ASL LE 1, a quello di Ferrara del prossimo 7 giugno.
La stessa partecipazione ad iniziative laboratoriale e a festival internazionali curati da registi e studiosi come Enzo Toma e Antonio Viganò, e le numerose pubblicazioni su riviste specializzate, dimostrano l’alto livello raggiunto dalla nostra ricerca su Teatro e Diversità.
Se tutto questo non è sufficiente a garantire la prosecuzione di una ricerca e di una esperienza come quella di “Itaca” nel Salento, mentre la stessa viene presa a modello in Italia e all’estero – i risultati raggiunti con persone rinchiuse nelle “fortezze vuote” delle sindromi artistiche sono oggetto d’interesse non solo degli studiosi di teatro – la responsabilità non potrebbe che ricadere su coloro ai quali compete la gestione dei servizi del territorio.
Per quanto ci riguarda proseguiremo la nostra ricerca a livello accademico e, per la parte sperimentale, siamo disponibili a collaborare con altre Istituzioni della nostra Regione interessate a condividere l’impostazione del Progetto Itaca. L’avevamo chiamata “Itaca galleggiante”… potrà sempre attraccare in un altro porto.