Lettera aperta su tap e altre cose. Di Alessandro Santoro

LETTERA APERTA A Carlo Salvemini intorno Tap e altre cose…

Caro Carlo,
Sono venuto a conoscenza solo ora del tuo intervento a Corigliano d’Otranto sulla vicenda Tap. Conosco bene la tua posizione da tempo e ne abbiamo parlato in una splendida serata post elettorale.
Credo non ti sia sfuggito, attento come sei, il mio progressivo disimpegno dall’amministrazione da te presieduta, nonostante il mio grande entusiasmo per la tua, nostra vittoria.
Credo di esser stato uno dei pochi a non esser venuto ad omaggiarti nei giorni successivi la tua nomina.
Le ragioni sono diverse e non credo sia questo il luogo per discuterne. Ti scrivo qui, ora (come piace fare a te in tante circostanze) perché sulla questione Tap, ritengo imprescindibile un confronto serrato tra cittadini ed istituzioni fuori da ogni preconcetto e libero da barricate mentali.
Nella serie “I parantenati” abbiamo girato una puntata

(che qui ti posto per rammentartene) in cui Arturo e Rosetta, precipitati dal passato nel presente, ritrovano i loro ulivi estirpati (momentaneamente?) per far posto ad un tubo del gas.
Arturo e Rosetta, come sai, sono i nostri antenati, tornati dal passato per vedere come se la passa la modernità. Innaffiano gli ulivi espiantati con il sudore e lacrime dei nostri antenati che si sono curati per secoli di questo territorio.
La serie era nata per un bisogno tutto personale di confrontarsi con il dolore della perdita.
La perdita è sempre personale, ma investe un cosmo di relazioni che va ben oltre.
Al termine della campagna elettorale la serie de “I parantenati” si è interrotta. Non certo perché funzionale alla tua candidatura ma perché abbiamo ritenuto che Arturo e Rosetta siano espressione di un sentimento di cura che nella modernità manca e che tu hai promesso. Arturo e Rosetta non sono scomparsi, aspettano, che quella promessa di bello e di cura si traduca in atti concreti. Solo allora “I parantenati”, forse, torneranno a visitarci. Prima di allora vagheranno nelle infinite possibilità temporali alla disperata ricerca di senso.
La mia famiglia, come sai, è stata colpita da lutti e dolori tutti ascrivibili a malattie “ambientali”.
Quando ho seppellito mio padre nella terra di Melendugno ho promesso che mai più avrei fatto finta di niente. Stiamo morendo questo è il punto! Le nocività ci stanno stritolando e la retorica sulle vacanze salentine lu sule, lu mare, lu ientu… a me non interessano più.
E quando Serravezza mi dice che Tap sarà la goccia che farà traboccare il vaso, io, tra l’oncologo e il cartone animato per deficenti creato per Tap, preferisco il primo.
Tra il realismo dei morti da inquinamento e i colori sgargianti delle vacuità animate da Tap scelgo il primo.
Dunque, bisogna fare tutto quanto in nostro potere per impedire ulteriori nocività. Punto.
Nel tuo intervento parli di battaglie in punta di diritto e di doveri istituzionali ma tu lo sai, Carlo, come stanno le cose: Tap ci sta già massacrando.
Sta distruggendo il nostro tessuto sociale e civico.
Insegno a Melendugno ed abito a San Foca e vedo l’inquinamento che già Tap ha portato. Ha inquinato le idee e i sogni dei bambini. Tap non sta smembrando solo gli alberi, sta smembrando quello che rimane di una comunità che è stata culla di civiltà millenarie. Tap sta spazzando via la convivenza civile tra vicini di casa. Mente, imbroglia, offende, insulta, bastona, umilia… Tap non è il futuro. Il futuro sta nella scelta di un popolo di autodeterminare il proprio destino (e i fatti di questi giorni ci fanno vedere cosa accade quando le istituzioni ignorano ciò…)
Per concludere, Carlo. Da Marco Poti’ mi dividono tante cose, e so che tu, da cittadino e compagno (non ti offendi vero?) sai che la battaglia contro la Tap è doverosa. Ad ogni costo dobbiamo opporci.
Marco lo sta facendo ed io sono al suo fianco anche se ciò vuol dire rendere Marco un sindaco sovversivo.
Sono sovversivo anche io e i compagni del NoTap. Siamo fieramente sovversivi e ti invito, accoratamente, Caro Carlo ad esserlo anche tu.
Lo dobbiamo ai nostri antenati e ai nostri figli.
Concludo rinnovandoti gli auguri per la nuova avventura e sono fermamente convinto che saprai amministrare Lecce con saggezza e lungimiranza.
Buon Lavoro.
Alessandro