Un documentario tutto salentino al Festival di Locarno

Sognavo le nuvole colorate”, regia di Mario Balsamo, è al Festival di Locarno nella sezione Ici & Ailleurs.

Proiezioni: Mercoledì 13 Agosto ore 11 e Giovedì 14 Agosto ore 19, PalaVideo, Locarno (info su pardo.ch)
Il film è coprodotto dall’Oistros di Lecce ed è girato nel Salento e in parte in Albania, nel paese del protagonista Edison Duraj. Le musiche sono del maestro Francesco Libetta e Alessandro Santoro è coprotagonista. Ma il film è stato anche ideato nel Salento e ha preso le mosse da un progetto d’integrazione scolastica e sociale che ha utilizzato il teatro come strumento principe per aiutare Edison a costruirsi una storia ed una identità. Infatti, accanto al prezioso lavoro delle istituzioni, a cominciare dal Tribunale dei minori di Lecce e gli operatori dei centri che hanno ospitato il ragazzo, le relazioni umane che si sono intrecciate intorno ad Edison si sono dipanate dal laboratorio teatrale attivato presso la Scuola Media “Galateo” e allo spettacolo “Kepuce. Un paio di scarpe nuove per attraversare il Canale d’Otranto”. A quel laboratorio, realizzato in collaborazione col corso di laurea in Arte, Musica e Spettacolo e col Centro per l’integrazione dell’Università di Lecce, avevano partecipato studenti, docenti e genitori che si erano anche confrontati con i sogni e i bisogni  dei disabili dell’ostello “Itaca”. Un viaggio nel mondo delle diversità.
Potremmo dire che Edison è nato presso Fier in Albania, è sbarcato su una spiaggia del Salento a nove anni, ma è rinato sulla scena, in teatro. Non è un caso che il prossimo 24 Luglio, una versione di “Kepuce” in cui si raccontano le vicende più recenti, compresa la realizzazione del film che sarà presentato in anteprima a Locarno, verrà presentata nell’ambito del Trani Film Festival e replicato il 20 Agosto a Parabita nell’ambito della rassegna “Arte e scienza in Parabita”.
Ma il progetto di integrazione non si concluderà a Locarno: l’Oistros, ed in particolare Alessandro Santoro, Elisabetta Leuzzi, Antonio Rollo, Andrea Valentino e Beatrice Chiantera stanno già lavorando alla pubblicazione dei diari di Edison.
Le varie versioni dello spettacolo “Kepuce” e ora il film “Sognavo le nuvole colorate” dimostrano che è ancora possibile fare un teatro e un cinema che fanno discutere.
Il tema è di lacerante attualità: ha senso affrontare il problema dell’immigrazione solamente con la repressione e la ‘tolleranza zero’? E se ci convinciamo che l’unica via possibile e realistica è quella dell’integrazione, è sufficiente, quando si tratta di bambini, offrire un posto per dormire e di che sfamarsi? E come si costruiscono le reti di relazioni umane capaci di sostenere percorsi di vita nella legalità e nel rispetto reciproco? E il Salento non era la terra dell’accoglienza candidato persino al Nobel per la pace? La storia di Edison è prima di tutto un invito a riflettere su chi non vuole le scarpe rotte e le nuvole nere e sogna un paio di scarpe nuove e le nuvole colorate.