Per un teatro meridionale. Rina Durante

Atti del convegno dell’Associazione Nazionale Critici del Teatro 9-11 maggio1975

Rina Durante

Io sono salentina e vivo a Lecce, sono segretaria del Sindacato Nazionale Scrittori di Puglia; questo lo dico perché rientra nell’esperienza di cui parleremo sia io che Gino Santoro, che ha invece un gruppo teatrale di ricerca legato all’Università di Lecce che si chiama « Oistros ». Quello che io vorrei dire brevemente è la storia di questo incontro tra alcuni operatori culturali organizzati dal Sindacato Nazionale Scrittori ed il GruppoTeatrale dell’Oistros.

Alcuni operatori culturali che vivono nel Salento, grazie al nostro Sindacato, hanno avuto l’occasione di incontrarsi. È stata un’occasione importante per gli scrittori e gli operatori culturali che in Regioni come la nostra, dove si vive isolati tradizionalmente, si incontrano molto raramente. Non fosse altro che per questo il Sindacato ha avuto ed ha tuttora il valore e la funzione di combattere questo tipo di isolamento e queste condizioni che ci hanno sempre destinati nel passato ad essere dalla parte del potere e non dalla parte delle masse e delle classi subalterne. Il problema per noi, una volta riuniti, è stato soprattutto quello di stabilire quale poteva essere il nostro stile di lavoro in una regione così affitta da tanti mali: sottosviluppo economico, disoccupazione, emigrazione; quale poteva essere il rapporto corretto con questa realtà che ci circondava, nella quale vivevamo e viviamo.

Il problema quindi è stato questo, e noi lo abbiamo affrontato ed in un certo senso ci siamo dati delle risposte ed abbiamo operato delle scelte. Ci siamo resi conto che il primo nostro compito era quello di capire quali erano i bisogni della comunità nella quale viviamo, cioè quali erano i bisogni primari di un tipo di comunità come la nostra, altrimenti ogni nostro intervento, posto che ce ne fosse bisogno, era destinato fatalmente ad essere inutile. Questo è un lavoro politico in favore della comunità, perché da quello che ho detto è chiaro che la nostra scelta era di un lavoro politico sul fronte culturale. A questo punto, se questa era la nostra intenzione ed il fine della nostra attività, risultava chiaro che non è possibile collegarsi e stabilire dei rapporti con la propria comunità se non si conosce questa comunità e soprattutto, quando si parla di lavoro culturale, perciò è impossibile se non si conosce la cultura della propria comunità. Quindi il nostro primo compito è stato quello di approfondire la nostra conoscenza della cultura della nostra gente, cioè la scoperta da parte nostra di questo campo nuovo di intervento, di azione, di studio; questo nostro legame sempre più profondo e più serio e la conoscenza di questa cultura. Noi, ad un certo punto, abbiamo sentito la necessità di cambiare questi ruoli: non era più possibile essere quello che eravamo prima, e questo con molta umiltà e senza soverchie illusioni, riguardo ai risultati del nostro progetto di lavoro. La scoperta di questa cultura e la conoscenza progressiva di questa cultura ci ha portato ad incoraggiare gruppi di studio come il «Canzoniere Grecanico Salentino », che è un gruppo di ricercatori che si occupano di ricerca nel campo della cultura subalterna del Salento ed anche in particolare della minoranza grecanica dei dieci paesi in cui si parla ancora la lingua greca. Sempre la nostra ricerca ci ha portati a questo incontro con l’«Oistros», poiché l’« Oistros » aveva fatto la stessa scelta di campo che avevamo fatto noi.

L’« Oistros » aveva scoperto la necessità di stabilire un rapporto con la cultura subalterna dei nostri padri, perché l’intervento teatrale che questo gruppo andava realizzando potesse essere sempre più radicato nel territorio. Io volevo soltanto dirvi questo: di come alcuni operatori culturali hanno fatto questa scelta da noi, scelta che ci ha portato a fare un’esperienza assolutamente nuova, per noi rivoluzionaria nel senso proprio di un certo costume, di una certa consuetudine, soprattutto di certi ruoli che sono sempre spettati agli scrittori, agli operatori culturali in genere.

Ma di questa esperienza in cui anch’io sono stata personalmente coinvolta, di cui sono molto soddisfatta, vi parlerà più diffusamente il responsabile del gruppo che è Gino Santoro.